COLAZIONE DA URSULA LATTE DI PISELLI E CORNETTO ALLA FARINA DI VERMI

Dentro il Green Deal che è uno dei pilastri del Recovery Fund c’è un ricatto: favorire l’adozione del Nutri-score che salvaguardia le produzioni delle multinazionali e di fatto cancella l’agricoltura e l’agroalimentare italiano. Dal vino annacquato agli insetti nel piatto si tratta di un disegno preciso che peraltro la Nestlé ha reso molto esplicito con il latte sintetico.

Ormai l’abbiamo imparato dai vaccini: si chiamano effetti collaterali. Ebbene anche il recovery fund così osannato dai nostrani politici e soprattutto dagli europeisti senza se e senza ma (Pd in testa, ma ci mettiamo dentro anche Forza Italia) ha degli effetti collaterali. I più perversi vengono dal cosiddetto green deal quella manovra sconsiderata che Ursula Von der Leyen sta promuovendo per fare dell’Europa il campione dell’ecologia preoccupata com’è dell’escalation dei Verdi in Germania e desiderosa di far pagare a tutti gli europei il costo della riconversione industriale ed energetica dell’industria tedesca. A dire che il Green Deal è un disastro ci ha già pensato la Bundesbank che ha sentenziato “per farlo funzionare dovete ricorrere all’eco-dittatura altrimenti i cittadini europei di ribelleranno”. E si vede ad occhio nudo: l’Europa vuole arrivare ad emissioni zero entro il 2050 ma l’Europa rappresenta solo il 10% delle emissioni mondiali, l’Europa vuole azzerare le emissioni agricoli e per questo vuole distruggere la zootecnia, l’Europa vuole imporre patrimoniali sugli immobili meno ecologici.

Dentro il Green Deal ci sta anche il programma farm to Fork che è quello in base al quale ci vogliono far essere tutti sani e magri. Questo è l’intento di facciata: l’intento vero è ridurre l’agricoltura alla produzione di sole comodities a vantaggio delle multinazionali dell’alimentazione. Non solo il Farm to Fork è condizione indispensabile, così dice la Commissione Von der Leyen, per far progredire la politica agricola comune e far arrivare ai coltivatori i contributi. Ma attenzione perché dentro questa manovra europea c’è un ricatto. Come volevasi dimostrare. Dopo gli insetti, il vino all’acqua, ci tocca il latte sintetico. La prossima colazione sarà: cappuccino ai piselli con cornetto alla farina di bachi! Non è uno scherzo. Le multinazionali hanno scoperto che chi è padrone della fame è padrone del mondo, ma se la gente continua a mangiare prodotti troppo locali, troppo “dialettali” come si fa a imporre la dieta unica? Il cavallo di Troia si chiama Nutri-score, la famigerata etichetta a semaforo contro cui l’Italia si batte da anni. L’Europa vuole accontentare l’unico appetito che conta per Ursula Von der Leyen: quello delle enormi company food che per fare soldi vogliono spacciare materie prime di bassissimo costo per toccasana dopo averle super-lavorate. Il prototipo è proprio il falso latte estratto dalla farina dei piselli. Si tratta di un sottoprodotto. Per ottenere le proteine dei piselli usate anche come anabolizzanti e sono uno degli ingredienti principali degli hamburger vegani (l’Europa ha sdoganato il nome ingannando i consumatori) i piselli, soprattutto quelli gialli un tempo destinati a alimentazione animale, vengono seccati, macinati poi ammollati e centrifugati, così cola una poltiglia che rilavorata diventa il falso latte! A far cadere l’ultimo velo d’ipocrisia c’ha pensato il vicepresidente, capo della relazioni Ue, della Nestlé Bart Vandewaetere. Su Tweet ha postato un video in cui invita a un brindisi “con questa nuova alternativa al latte, fatta con piselli gialli frullati del Belgio e della Francia … e Nutri-Score A. Per ora in Francia, Paesi Bassi e Portogallo, ma altri in arrivo. Salute!”. Che vuol dire Nutri-score A? Una cosa semplice e terribile.

Il Nutri-score, inventato guarda caso da un epidemiologo francese, è l’etichetta a semaforo per cui l’olio extravergine di oliva è pericoloso, il Parmigiano o il Grana Padano sono veleno, il prosciutto mortale, mentre la Coca Cola light è acqua benedetta e i prodotti dalle multinazionali nel frattempo convertitesi in ealty-company (parenti strette di big pharma) sono un morso di salute. Il Nutri-score è il cardine del programma Farm to Fork che trasforma l’Ue da stato etico in stato dietetico. E’ inserito nel Green deal e c’è da parte di Bruxelles un ricatto: se prendi i soldi del Recovery devi adeguarti al Green deal e dire si al Nutri-score. Per capirci: il signore che invita a brindare col “latte” di piselli il 15 dicembre scorso twettava trionfante: “ Nutri-score per tutti gli europei: Nestlé lo sta implementando in 8 paesi europei. Nutri-Score aiuta i consumatori a fare scelte informate. Nutri-Score offre uno standard chiaro per accelerare la riformulazione dei prodotti”. Giusto per aver un’idea la Nestlé vale 90 miliardi di fatturato e controlla circa 1700 marchi alimentari tra cui anche molti “italiani”. E però la faccenda del latte falso può diventare, soprattutto in Italia, molto indigesta. Immediatamente Nestlé Italia ha cercato un incontro urgente col nostro ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli per convincerlo che il Nutri-score è cosa buona e giusta.

E lui ha risposto picche:  Evidentemente non ci sono le condizioni se il loro approccio è la sostituzione del latte con bevande a base di vegetali ultratrasformati. Eloquente il riferimento alla A, il semaforo verde, ottenuta col sistema Nutri-score. Quasi a voler fugare ogni dubbio sulla finalità di questo sistema di etichettatura”. Il sottosegretario all’agricoltura Gianmarco Centinaio della Lega è ancora più drastico: “Che una grande azienda crei un cibo che in natura non esiste e si compiaccia che il Nutriscore gli assegni una A dimostra quanto siano fondati i nostri dubbi su quel sistema di etichettatura. Per fortuna noi in Italia abbiamo tante e tali eccellenze da non temere politiche che sembrano voler penalizzare i nostri prodotti. Il nostro impegno è e sarà sempre per la difesa non solo del Made, ma anche del Born in Italy, di prodotti che raccontano un territorio e la passione di chi ama la propria terra e non frutto di un processo di laboratorio. Dopo il vino annacquato il latte dai piselli fa sorgere una sola domanda: cos’altro dobbiamo aspettarci?”.

Patuanelli  peraltro sa che tutta Italia è contraria: glielo hanno detto Massimiliano Giansanti (Confagricoltura), Ettore Prandini (Coldiretti) pronti a fare le barricate, ma soprattutto glielo ha detto Luigi Scordamaglia di Filiera Italia. “Come Filiera Italia – sottolinea Scordamaglia –  stiamo denunciando da tempo il pericolo che multinazionali possano utilizzare strumenti come il Farm to Fork o posizioni ideologiche contro i prodotti di eccellenza della nostra zootecnia, o ancora sistemi di etichettatura come il Nutri-score per favorire la transizione da un sistema alimentare basato sulla terra, sui territori, sui contadini e su esperienza centenaria di trasformazione verso un sistema delle industrie, dei cibi chimici e sintetici che consentono guadagni enormi, favoriti da annunci finto salutistici. Esiste un solo motivo per cui qualcuno dovrebbe sostituire del latte con una bevanda a base di vegetali ultratrasformati? La Commissione, il Parlamento Ue e tutti i Paesi aprano gli occhi e appoggino la battaglia italiana di lotta contro il cibo-Frankestein di laboratorio ammantato di salubrità. Davvero qualcuno vorrebbe concentrare nelle mani di poche multinazionali la food security diventata soprattutto dopo la pandemia strumento strategico globale? Sulla salubrità del cibo e contro approcci strumentali il Governo italiano continui a fare battaglia”. E la prima battaglia è stracciare il Nutri-score.

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