TOMMASO CLAUDI L’EROE TRICOLORE CHE CI FA SENTIRE TUTTI ITALIANI CUOR DI LEONE TORNA A CASA

Il 30 agosto Tommaso Claudi compirà 31 anni, un compleanno straordinario il suo tanto quanto la straordinarietà dell’uomo. Li festeggerà a casa i suoi 31, in Italia. ll diplomatico italiano è sull’ultimo C-130 in arrivo a Roma domami mattina.

E’ stanco Tommaso, stanchissimo, duramente provato, cerca di non cedere alla commozione quando lo intervistano, perché non c’è tempo per lacrimare.

Gli occhi si sono inumiditi un attimo ieri sera in collegamento in tv a “in onda” perché anche gli eroi, i coraggiosi possono aver paura come diceva Giovanni Falcone (“l’importante non è stabilire  se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio è incoscienza”).  C’era l’inferno intorno, morte, devastazione, sangue, “ come il giorno del giudizio universale….”. Tommaso è il console italiano rimasto nell’inferno di Kabul fino alla fine come aveva detto e ripetuto, ma soprattutto un italiano cuor di leone con soli cinque anni di carriera diplomatica alle spalle che ha gestito al fronte una delle più gravi crisi politiche umanitarie della storia. Solo, Tommaso è rimasto lì solo salvando bambini dall’inferno. La foto in cui prende un bimbo afghano a Kabul per portarlo in salvo al di là del muro che divide i civili dall’aeroporto ha fatto il giro del mondo e alle foto va aggiunta la notizia che Tommaso, il console Tommaso Claudi, è l’unico diplomatico italiano rimasto in Afghanistan. L’unico, ripetiamo, con soli cinque anni di carriera alle spalle e le spalle sono già larghe.

E’ marchigiano, di Camerino (Macerata). Tommaso Claudi è stato promosso al ruolo di console ad interim per gestire l’esodo dall’aeroporto dopo che l’ambasciata di Kabul è stata evacuata verso Roma insieme all’ambasciatore Vittorio Sandalli “che continua a svolgere naturalmente un ruolo fondamentale”, ha spigato fino a stamane Claudi al Corriere.

Racconta Tommaso, l’uomo, incalzato dai giornalisti: “Quel bambino salvato non è l’unico”. Spiega Claudi da Console: “In salvo tutti i connazionali, non ci fermiamo qui, siamo qui per servire lo Stato. Abbiamo portato in salvo moltissime persone. Tutti connazionali tranne 20 cooperanti e quasi 2.700 afgani”. E ancora l’uomo di Stato e il diplomatico ha risposto così: “Il lavoro svolto è in pieno coordinamento tra Kabul e Roma insieme al ministro degli Esteri Di Maio e al segretario generale della Farnesina Ettore Sequi”, il quale su twitter lo ha ringraziato. Ma a rischiare la vita c’è stato Claudi, Tommaso, italiano valoroso e discreto, che ha soggiornato nella palazzina che si affaccia sulla pista principale dell’aeroporto che compirà 31 anni lunedì prossimo 30 agosto e che ha deciso di continuare fino alla fine dell’evacuazione -secondo Biden il 31 agosto- giorno prima del suo compleanno. E lui ha aspettato: “Siamo qui per servire il nostro Stato e partiremo quando l’ordine ci verrà impartito da Roma” lavorando alacremente fino all’ultimo a vagliare le domande di aiuto che arrivano dai civili afgani. E’ lui il vero ambasciatore dell’Italia dei migliori che, da queste nostre parti dove tutto è comodo, ci fa riscoprire tutti unitamente italiani in un idem sentire che spesso però dura un giorno. Ed è anche per questo che il valore del riconoscimento, ora che il Console torna a casa, anche in criteri di rappresentanza all’estero, dovrebbe avere un significato preciso al di là della buona volontà e dell’eroismo dei singoli. E se non Tommaso Claudi chi altri?

Perché il Console Tommaso Claudi per noi è già ambasciatore dell’Italia dei migliori.

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