GIOVANI NOMADI E BAMBOCCIONI MA SONO LORO I PIU’ POVERI, IL QUADRO TRISTE DELL’ISTAT
“Poveri ma belli”, come nel film del grande Dino Risi, anno 1957. Solo che ora siamo nel 2022: siamo ritornati poveri, affetti da una trasparente tristezza. L’Istat nel Rapporto annuale 2022 scatta la sua istantanea deprimente. Perché stavolta la “certificazione” riguarda i giovani. Dal 2005 tra loro sono quadruplicati i poveri e, aggiungiamo noi, una parte prova ad “emigrare” cambiando città o paese per lavorare avventurandosi verso quel fenomeno chiamato “lavoro nomade”.
Ma nemmeno con il “nomadismo” si raggiungono i risultati sperati. Veniano ai dati: nel 2021 – rileva l’Istat- sono poco più di 7 milioni i giovani di 18-34 anni che vivono in casa con i genitori (il 67,6%), rispetto al 2019, prima della pandemia, c’è stato un aumento di 3,3 punti e sottolinea pure che si tratta di un dato ben al di sopra della media Ue che è di un giovane su 2. Il 67,6% è un valore superiore di 9 punti rispetto al minimo registrato nel 2010, prima che la Grande Recessione facesse crescere nuovamente la quota di quanti permangono in famiglia. Nel Mezzogiorno la situazione per i giovani in famiglia è più critica. In quest’area del Paese sono relativamente di più quelli che vivono con i genitori (il 72,8% contro il 63,7% del Nord e il 67% del Centro) ed è alta l’incidenza di giovani in famiglia che si dichiarano disoccupati (35%), doppia rispetto al Nord (17%). E, ancora, un milione di persone sono state salvate dai sussidi
Nel rapporto si legge che “in assenza di sussidi, l’incidenza di povertà assoluta a livello individuale sarebbe stata dell’11,1 per cento (anziché del 9,4 per cento) e avrebbe coinvolto 6 milioni 600 mila persone, anziché 5 milioni 600 mila». Una differenza di 1 milione di individui.
Il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo offendo la panoramica ha calcato sul fatto che “ai problemi della pandemia si sono sommati il prolungarsi della guerra, la crescente inflazione e gli effetti dei cambiamenti climatici”. Come si concilia allora il fenomeno bamboccioni con quello del lavoro nomade innescato dalle opportunità del digitale e dalle attività da remoto che è stata da un certo punto di vista la salvezza per molti italiani under 35? Su Beconomy oggi vi raccontiamo una storia di successo: quella di una giovanissima manager in corsa per l’innovazione che proviene da uno dei borghi più belli del sud Italia e che arriva con la sua start up fino a Barkeley …. Come? Alle 15 la videointervista su Libero Tv nelle rubrica Art’è Rumore con Nicoletta Orlandi Posti e visibile anche sul nostro sito. Buona visione.