INPS, TRIDICO COME PARISI: MANDATELO IN MISSISSIPI O SARANNO GUAI

Premessa non è certo da addebitare all’Inps la situazione del mercato del lavoro in Italia (in sintesi: partecipazione al mercato del lavoro inferiore alla media Ue; disoccupazione totale, giovanile e femminile superiore alla media Ue). Ciò detto, mi auguravo che Mario Draghi dopo aver liberato il Paese da Domenico Arcuri e da Domenico Parisi potesse liberarlo anche dalla presenza di Pasquale Tridico alla Presidenza dell’Inps. Non che i suoi ultimi predecessori (con la notevole eccezione di Tito Boeri) abbiano brillato per meriti particolari, anzi. Ma le dichiarazioni e le omissioni dell’attuale Presidente in occasione della presentazione del Rapporto Inps 2022 devono essere censurate senza sconti.

Parliamo di numeri. 1) Nel 2021 l’Inps ha incassato contributi per 237 miliardi ed ha erogato prestazioni per 385, con uno sbilancio di 148 miliardi posto a carico di tutti i contribuenti.

Due punti. Il primo: in base all’infografica ufficiale, i trasferimenti statali sono stati 145 miliardi, quindi mancano all’appello 3 miliardi, ma cosa volete che siano 3 miliardi per il Presidente Tridico aduso a citare premi Nobel premiati per studi sui salari dei lavoratori dei fast food del New Jersey nel 1994?

Il secondo: alla domanda se questo sbilancio metteva in crisi la sostenibilità dell’Istituto la risposta è stata “certamente no”, perché tanto era posto a carico della “fiscalità generale”. Come se l’Inps fosse il beneficiario di una donazione e non parte integrante della fiscalità generale. 2) la strenua difesa dell’indifendibile Reddito di Cittadinanza (da lui creato insieme all’ex Presidente dell’Anpal, Domenico Parisi), è stata tutta rivolta ad indicare il RdC some un sussidio per le fasce più indigenti della popolazione, di fatto non impiegabili. Ma il  RdC era stato presentato come politica attiva per il lavoro, in grado di facilitare l’assunzione dei soggetti “impiegabili” (ben 1/3 dei precettori) ed invece l’Istat ha certificato che da quando è stato introdotto il RdC il numero dei “posti vacanti” (per i quali le imprese cercano, senza trovarli, nuovi lavoratori da assumere) è aumentato di circa 115 mila unità. Sul punto neanche una parola (e a dire il vero, neanche una domanda).

* Economista Università di Torino

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