DECRETO AIUTI, TAGLIO CUNEO FISCALE SENZA MANNAIA DEFICIT: NOVITÀ E MISURE

La principale novità del Decreto aiuti varato dal Governo Draghi risiede nel fatto che le misure sono state adottate senza ricorrere ad ulteriori scostamenti di bilancio, cioè senza fare ulteriore deficit e conseguente aumento del debito pubblico, già abnorme. 

Come certificato dall’Istat, nel secondo semestre il Pil dell’Italia ha recuperato i livelli pre-pandemia, quelli del 2019. Il punto è che il livello del 2019 è quello del 2000, unico caso in Europa; persino la Grecia è cresciuta di più. Paradossalmente, nel medesimo periodo il nostro debito pubblico è cresciuto a dismisura, più che in ogni altro Paese; l’incremento del debito negli ultimi venti anni, è coinciso dunque con un peggioramento della crescita economica e della qualità della vita dei cittadini, piuttosto che con un loro miglioramento. La scelta fatta dal Governo Draghi, di aiutare imprese e famiglie, ma senza fare ulteriore debito, va dunque nella scelta giusta, razionale e peraltro indispensabile se si vorrà contare nel futuro sullo scudo anti spread offerto dalla Bce. Difatti, una delle condizioni poste dalla Bce per accedere alla protezione del Transmission Protection Instrument (Tpi), è quella di avere un debito pubblico sostenibile ed in una traiettoria sotto controllo. 

Ovviamente, la decisione di non fare nuovo debito ha posto dei limiti agli interventi del Governo, come ad esempio quello di fissare a 35.000 euro la soglia per il taglio del cuneo fiscale o per l’anticipo della rivalutazione delle pensioni. Ma in fondo proprio nello scegliere cosa fare con risorse limitate consiste il compito di ogni Governo responsabile, che non sia ostaggio degli opposti populismi. Operando diversamente, si dichiara di voler aiutare i cittadini, ma di fatto si pongono le condizioni per ulteriori e maggiori tasse per il futuro ( prossimo).  

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