AI WEIWEI A VENEZIA, LA CRISI ECONOMICA DI MURANO È PARI ALLA CADUTA DEL COLOSSEO

Non poteva che essere Venezia, come terra e come comunità, ad accogliere e partecipare al monumentale progetto di Ai Weiwei iniziato a Pechino nel 2009 e ultimato negli ultimi tre anni a Murano, in Laguna. Nicoletta Orlandi Posti, per questa nuova puntata di Art’è è andata a Venezia dove l’artista cinese, tra i più importanti e controversi della nostra epoca, uno dei più osteggiati dal regime di Pechino per la sua indipendenza e per il suo impegno politico, ha installato nella Basilica di San Giorgio all’Isola un’opera monumentale che lascia senza fiato perché tanto è bella tanto è misteriosa e inquietante.

L’enorme scultura sospesa (alta nove metri e larga sei) composta da oltre 2000 pezzi di vetro nero lavorati a mano dai maestri di Berengo Studio, illuminata ad arte da grazie al sapiente studio della luce sviluppato dal team di Luce5, suscita un groviglio di sentimenti e suggestioni contrastanti che ognuno è chiamato da sciogliere a suo modo.  Di certo c’è che questa cascata di ossa, organi e oggetti inaspettati racconta “l’artivismo” di Ai WeiWei  contro l’esercizio del potere autocratico, la violazione dei diritti umani, il lavoro forzato, la povertà che gli è costato la demolizione forzata del suo studio a Shangai  e l’arresto nel 2010. Ma anche le sue preoccupazioni per la nostra società stretta nella morsa delle guerre, della pandemia, con una crisi energetica che ci costringe a fare i conti con l’ambiente e che intanto mette in ginocchio eccellenze culturali del made in Italy come le fonderie del vetro. Non usa mezzi termini Adriano Berengo, presidente della Fondazione Berengo per descrivere la situazione di Murano, di Venezia e della millenaria tradizione dell’arte in vetro.

“La Commedia Umana”, questo il titolo dello chandelier, è il fulcro della personale di Ai WeiWei all’Abbazia di San Giorgio a Venezia che espone in “Momento Mori” – curata dallo stesso Maestro insieme a Adriano Berengo e Carmelo A. Grasso, Direttore dell’Abbazia di San Giorgio Maggiore – anche otto opere in vetro inedite e una selezione delle opere più significative di Ai Weiwei, come Illumination, un iconico selfie scattato a Chengdu, in Cina, nel 2009, mentre la polizia lo scortava verso l’ascensore di un hotel; e la provocatoria serie di fotografie in bianco e nero ricreate in mattoncini LEGO.  Sempre in LEGO sono le  ultime opere, omaggio a Giorgione e Mondrian. La mostra è davvero bella e merita assolutamente di essere visitata.

Ingresso libero.

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